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Infertilità maschile
La comunità scientifica internazionale è concorde nel parlare di infertilità per la coppia che dopo due anni di rapporti non protetti non è arrivata ad una gravidanza. I problemi vengono ricondotti alla donna, all’uomo, alla coppia stessa e a cause senza apparente spiegazione. La componente maschile però rappresenta una percentuale in costante crescita.
Nell’uomo le ragioni dell’infertilità temporanea o permanente sono relative a disordini ormonali, malattie generali, traumi od ostruzioni delle strutture riproduttive, disfunzioni sessuali e, sempre più spesso, processi infiammatori.
Alcune di queste situazioni diventano tanto più lunghe e difficili da trattare e risolvere quanto più a lungo rimangono ignorate, sottovalutate e non curate adeguatamente. È importante non solamente stimolare nell’uomo una maggiore cultura di prevenzione, ma anche avere a disposizione specialisti e un laboratorio dedicato all’analisi e alla diagnosi delle capacità riproduttive maschili.
Diagnosi dell’infertilità
Le principali ragioni dell’infertilità nell’uomo sono connesse alla produzione del seme e alla sua emissione. Le cause ed i fattori di rischio possono essere ormonali, testicolari secretori, testicolari escretori, eiaculatori e immunologici.
Nel processo di diagnosi, gli specialisti di Next Fertility ProCrea analizzano la storia e gli stili di vita dell’uomo: eventi patologici e terapeutici ma anche le abitudini (ad esempio il fumo e l’abuso di alcool alterano la produzione di sperma) possono influire sulle capacità riproduttive. Le indagini strumentali per livelli successivi di complessità permettono di individuare il problema e stabilire la strada da seguire per una possibile soluzione
Il Servizio di Andrologia Clinica è diretto dal Dr.Med. Giovanni M. Colpi, Direttore Scientifico di NextFertility Procrea ed è dedicato alla gestione del partner maschile delle coppie infertili.
Il Dr.Med. Giovanni M. Colpi, già fondatore dell’Istituto per la Sterilità e la Sessualità di Milano (www.istitutoises.it), struttura presso cui ha formato in infertilità maschile numerosi suoi allievi che operavano con lui nelle Istituzioni Pubbliche in cui era Direttore, è oggi considerato uno dei massimi esperti internazionali nella gestione chirurgica delle azoospermie e delle criptozoospermie attraverso la MicroTESE ed altre procedure specifiche.
Uno studio mirato del partner maschile ci permette di:
Il primo esame consigliato per verificare il potenziale di fertilità maschile è lo spermiogramma o esame seminale di base:
La lettura dello spermiogramma viene eseguita secondo criteri di qualità stabiliti dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità e riportati in un manuale dedicato (ultimo aggiornamento, WHO 2010).
Vengono qui indicati anche i limiti inferiori dei parametri in esame sopra riportati che consentono ad una coppia di concepire un figlio spontaneamente entro un anno mediante rapporti non protetti.
Durante il lungo e complesso processo di spermatogenesi i gameti maschili possono subire dei danni sia al DNA che alle proteine che danno stabilità alla struttura tramite la condensazione del DNA. Queste variazioni pesano in modo negativo sul potenziale di fertilità, impedendo nei casi più gravi la fertilizzazione o un corretto sviluppo dell’embrione.
Poiché ci sono soggetti infertili che hanno uno spermiogramma normale, si consiglia un approfondimento con test specifici o funzionali.
Nel nostro settore si identificano i test necessari per la valutazione della competenza funzionale dello spermatozoo.
I test funzionali danno informazioni aggiuntive sui “punti chiave” che rendono lo spermatozoo idoneo per la fertilizzazione della cellula uovo. Poiché non esiste un unico test in grado di dare questa risposta, vengono utilizzati una serie di test tra i numerosi messi a punto fino ad oggi.
Questo test permette di valutare che lo spermatozoo sia vitale e possieda integrità della membrana, primo requisito per svolgere tutte le funzioni che gli competono.
L’integrità della cromatina gioca un ruolo importante nella fertilizzazione e supporta lo sviluppo dell’embrione.
Se più della metà del nucleo si colora in blu si ha un eccesso di istoni e decondensazione della cromatina. Durante la spermiogenesi il nucleo dello spermatozoo è completamente riorganizzato e diventa altamente compatto dopo sostituzione degli istoni con proteine più basiche (protamine P1 e P2 secondo un ben preciso rapporto). Questo fa sì che il nucleo dello spermatozoo acquisisca un’elevata stabilità chimica e meccanica che lo protegge durante il tragitto attraverso le vie genitali maschili prima e femminili dopo e durante la sua interazione con l’ovocita. Oltre a chiarire situazioni di infertilità “idiopatica” i test funzionali servono per monitorare più precisamente l’efficacia di una terapia medica o chirurgica e valutarne il miglioramento nel tempo.
Il Dr.Med Giovanni Maria Colpi e la sua équipe sceglieranno la tecnica di recupero da attuare in base al fattore che provoca l’assenza di spermatozoi nell’eiaculato e dallo stato di salute del paziente. La tecnica verrà stabilita a seguito di esami genetici, ormonali, sierologici, clinici ed ecografici approfonditi.
Gli spermatozoi recuperati chirurgicamente possono essere crioconservati e utilizzati in tempi successivi per ICSI (anche per più cicli, se la loro quantità lo consente), oppure usati a fresco, effettuando una ICSI nello stesso giorno del prelievo ovocitario della partner.
TESE significa Testicular Sperm Extraction: una tecnica che permette anche a uomini con severe problematiche di fertilità di diventare padri, mediante il recupero degli spermatozoi dal tessuto testicolare.
Si tratta di un’asportazione chirurgica di un piccolo frammento di tessuto testicolare finalizzato al recupero dei gameti maschili. Eventualmente, potrebbe essere integrata dalla ESE, analoga procedura eseguita sulla testa dell’epididimo, che a volte appare in grado di offrire un maggior recupero quantitativo e qualitativo di spermatozoi.
Si raccomanda nei casi di:
• Azoospermie ostruttive
• Aneiaculazioni
• Altro
La Scuola del Prof. Colpi vanta una delle massime casistiche internazionali di pazienti affetti da azoospermia. In questo campo il Prof. Giovanni M. Colpi ha, in ventidue anni di attività microchirurgica, sempre più perfezionato la tecnica di recupero di spermatozoi testicolari particolarmente indicata nei casi di Azoospermia NonOstruttiva (NonObstructive Azoospermia), cioè la cosiddetta MicroTESE.
MicroTeSE significa Microscopic Testicular Sperm Extraction: è una tecnica che permette anche a uomini che soffrono di severe patologie legate all’infertilità, come l’azoospermia, di diventare padri, mediante il recupero microchirurgico degli spermatozoi.
Si tratta di un’estrazione microchirurgica che consente il recupero degli spermatozoi ancora presenti in eventuali piccoli focolai di spermatogenesi residua all’interno dei testicoli.
Essa permette al chirurgo, che lavora a 18-36 ingrandimenti mediante l’utilizzo del Microscopio Operatore, di individuare con maggiore precisione le zone del testicolo che, per alcune caratteristiche peculiari (vicinanza alla rete vascolare, colore e dilatazione dei tubuli), hanno una più elevata probabilità di contenere spermatozoi. In letteratura scientifica è riportato il recupero positivo di spermatozoi in una più elevata percentuale di pazienti con Azoospermia NonOstruttiva (NonObstructive Azoospermia) grazie a questa procedura microchirurgica (MicroTESE) (circa il 60%) rispetto alle tecniche convenzionali (TESE).
Durante l’intervento la nostra équipe esegue sempre anche una biopsia testicolare per la diagnosi istologica sullo stato della spermatogenesi, biopsia che viene letta “in cieco” da un patologo estremamente esperto in questo settore e descritta in un referto istologico. Durante l’intervento un biologo assiste in sala operatoria il microchirurgo, esaminando in tempo reale i microframmenti di parenchima testicolare appena asportati per segnalare immediatamente la presenza o meno in essi di spermatozoi, aiutando in tal modo il microchirurgo nella identificazione delle zone ottimali di parenchima da cui attingere.
La ricerca biologica prosegue poi in laboratorio in modo minuzioso e intensivo per almeno quattro ore e dopo un trattamento enzimatico finalizzato a staccare tutte le cellule le une dalle altre al fine di ottimizzare il recupero di spermatozoi sia quantitativamente che qualitativamente. Il confronto tra il referto biologico (cioè il risultato della ricerca di spermatozoi da una piccola aliquota del tessuto asportato, eseguita da parte del biologo) e il referto istologico costituisce un controllo di qualità molto importante, generalmente trascurato altrove.
In molti Centri, infatti, l’esperienza sui casi di Azoospermia NonOstruttiva è limitata a piccole casistiche, ed il rischio di una risposta biologica (impropriamente) negativa per la presenza di spermatozoi non può essere del tutto ignorato.
In genere è consigliato per il paziente trascorrere una notte post-operatoria nella nostra clinica nell’unità di sorveglianza infermieristica. L’intervento viene eseguito preferibilmente in anestesia generale, è totalmente indolore anche nel post-operatorio, infine è possibile riprendere l’attività lavorativa dopo soli due giorni dall’intervento.
Si raccomanda nei casi di:
• Azoospermie non ostruttive
• Criptozoospermie non ostruttive
• Altro