I nostri servizi, le nostre procedure e la nostra filosofia di lavoro sono il risultato della condivisione di idee da parte di professionisti provenienti da più di 9 Paesi con una vasta esperienza nel settore della riproduzione umana da oltre 20 anni.
L’Inseminazione Intrauterina è uno dei trattamenti di riproduzione assistita di minor complessità. È, infatti, la tecnica più vicina alla fecondazione naturale. Consiste nella preparazione in laboratorio del seme, che viene iniettato nell’utero della donna mediante un sottile catetere.
L’Inseminazione intrauterina è una procedura indolore e molto meno invasiva rispetto ad altre tecniche di riproduzione assistita.
A seconda dell’origine del campione del seme, esistono due tipi di trattamento:
La IUI si raccomanda nei seguenti casi:
La IAD si raccomanda nei seguenti casi:
Il trattamento inizia con la stimolazione ovarica della donna. Pertanto, si utilizzano farmaci che potenziano la crescita dei follicoli (luogo dove si sviluppano i futuri ovuli).
Durante il trattamento di stimolazione ovarica, realizzeremo controlli periodici, mediante ecografie transvaginali e, se fosse necessario, analisi ormonali; tutto ciò per comprovare la maturazione follicolare e programmare il momento idoneo all’inseminazione.
È sempre necessario preparare il campione di seme per ottimizzarne il più possibile le caratteristiche e migliorane così le capacità di fecondazione ovocitaria. È necessario preparare il campione di seme affinché abbia la capacità di fecondare l’ovulo, oltre a ottenere una concentrazione ottima di spermatozoi mobili.
Consiste nel rilasciare il campione di seme selezionato all’interno dell’utero della donna. Il processo si realizza in sale dedicate attigue al laboratorio IVF, è indolore e non richiede né anestesia né sedazione. Dopo l’inseminazione bisogna aspettare un periodo di circa 15 giorni, noto come “attesa della beta”.
Dopo il periodo di “attesa della beta” (14-15 giorni dopo l’inseminazione), si effettuerà un test di gravidanza tramite prelievo ematico. Se il risultato della beta è positivo, due settimane dopo eseguiremo un’ecografia, per confermare la presenza del “sacco gestazionale” all’interno dell’utero e osservare il battito del cuore del feto.
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Si ricorre alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) quando non si riesce ad ottenere una gravidanza dopo circa 10/12 mesi di rapporti sessuali non protetti.
Si tratta naturalmente di un periodo indicativo che può variare in base a diversi fattori, non da ultimo l’età dei due partner: il nostro team di specialisti Next Fertility ProCrea consiglia di ridurlo a sei mesi a partire dai 35 anni d’età della donna.
Sono trattamenti diversi con indicazioni diverse. L’inseminazione intrauterina è un trattamento più semplice, con un dosaggio minore di farmaci, che generalmente consiste nel coordinare l’ovulazione con la preparazione e il deposito di seme a livello intrauterino. Nell’inseminazione, la fecondazione avviene all’interno dell’utero della donna, non è necessario prelevare gli ovuli ed è più facile e veloce, sebbene presenti un tasso di gravidanza inferiore. Nelle donne di età inferiore ai 35 anni, la percentuale di successo è generalmente compresa tra il 10% e il 17%.
Per quanto riguarda la fecondazione in vitro, gli ovuli vengono estratti a seguito di un processo di stimolazione, al fine di fecondare l’ovulo con il seme in laboratorio. È un processo più complesso che richiede più tempo, sebbene offra percentuali più elevate di successo. Nelle donne con un’età inferiore ai 35 anni, la percentuale di successo è di circa il 35%, mentre in coloro che hanno un’età più avanzata, il tasso si aggira intorno al 26%.
Prima di effettuare un trattamento di inseminazione artificiale, è importante essere a conoscenza della riserva ovarica della donna, dei livelli di ormoni legati alla gravidanza come la prolattina e il TSH, e assicurarsi che l’utero e le tube siano esenti da patologie.
Le possibilità di gravidanza tramite l’inseminazione dipendono da diversi fattori, i più significativi sono l’età e l’origine del campione, e se il seme utilizzato è del partner o di un donatore. Con il seme del partner, infatti, le probabilità oscillano intorno al 15% nelle donne fino a 39 anni, riducendosi all’8% a partire dai 40 anni. Con il seme di un donatore, invece, le possibilità di successo migliorano in modo significativo. Nelle donne al di sotto dei 40 anni, le probabilità si aggirano intorno al 22%, mentre in quelle al di sopra dei 40 si aggirano solitamente intorno al 10%.
In caso di terapie pregresse viene richiesto alla coppia di portare in sede di primo colloquio tutta la documentazione in loro possesso cosicché lo specialista possa valutare i trattamenti già effettuati e valutare i referti degli esami già effettuati, evitando di richiedere nuovamente determinati esami, soprattutto gli esami genetici (senza scadenza) per evitare alla coppia ulteriori costi.
Se non si dispone di nessuna di queste informazioni o non è mai stato effettuato alcun esame specifico in precedenza. Si consiglia alla partner femminile di effettuare il profilo ormonale (con prelievo ematico da effettuare tra il 2° e 5° gg del ciclo) e al partner maschile uno spermiogramma recente (3/6 mesi), questo per permettere allo specialista di conoscere il panorama clinico della coppia e poter consigliare il miglior percorso già in sede di colloquio.